Progetto fami lab impact
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Pubblicato 26 gennaio 2022

A Garbagnate rinnovato lo Spazio Immigrazione

di loredana bello

“Grazie alle attività del Progetto Lab’Impact abbiamo innovato e ampliato le attività già esistenti e dedicate alla popolazione straniera residente nel nostro territorio. In particolare, abbiamo rafforzato la rete degli sportelli Spazio Immigrazione, a fronte di un incremento consistente di utenza negli anni e di una maggior complessità delle procedure”. Così Lucia Catenacci, referente di Progetto dell’Azienda Speciale Consortile Comuni Insieme per lo Sviluppo Sociale dell’Ambito di Garbagnate Milanese, racconta in che modo, grazie alla progettualità del FAMI Lab’Impact, hanno rafforzato i servizi e realizzato interventi innovativi sul territorio.

In che modo avete rafforzato la rete degli sportelli Spazio Immigrazione?
“Il progetto ha permesso una miglior organizzazione del lavoro, offrendo la possibilità di acceso sia libero che su appuntamento, e negli sportelli di maggior afflusso con la presenza contemporanea di due operatori. Da un anno l’emergenza Covid-19 ha condizionato l’attività consentendo l’accesso in presenza solo su appuntamento. Con le scuole di Solaro e di Baranzate abbiamo avviato una collaborazione su tre anni scolastici, che ha consolidato le attività di facilitazione del rapporto tra scuola e famiglie e di supporto all’insegnamento dell’italiano L2. La scuola ha sperimentato in modo meno discontinuo la collaborazione con i mediatori culturali, in particolare nella scuola di Solaro, per facilitare le relazioni con le comunità Pakistana e Marocchina. A Baranzate la fortissima presenza di minori stranieri ha portato a concentrare le risorse soprattutto nel supporto alle attività didattiche con laboratori di italiano per la scuola primaria.

Il Piano Regionale Lab’Impact ha favorito la presa in carico integrata dei migranti nei vostri territori?
La gestione delle attività di mediazione interculturale in un sistema unitario di offerta territoriale che ha compreso i servizi sociali, socio sanitari, educativi e scolastici ha facilitato una presa in carico integrata, sia per la possibilità di affiancare il cittadino straniero nei diversi servizi con cui interagisce, senza frammentare l’attività, sia in quanto ha integrato la competenza interculturale tra le altre competenze specifiche delle equipe dei servizi.

Quali iniziative, rivolte non solo ai cittadini provenienti da paesi terzi ma all’intera comunità, sono state svolte coinvolgendo scuole, associazioni, cittadini attivi nella comunità?
A Baranzate, in collaborazione con l’Associazione La Rotonda, si è concluso un percorso di supporto e affiancamento ad alcune “tutor” delle comunità straniere, con l’obiettivo di renderle cittadine promotrici a loro volta di iniziative rivolte ai loro connazionali e alla popolazione nel suo insieme. L’attività era stata avviata nel precedente FAMI Misura per Misura, e il Progetto Lab’Impact ha permesso la rielaborazione degli apprendimenti fatti da parte delle tutor. A Solaro si sono svolte, in collaborazione con il Comune, alcune serate rivolte a tutti i cittadini, sul tema delle tradizioni culinarie di diversi paesi e delle ricorrenze a esse collegate, in cui, con il supporto dei mediatori, erano parte attiva alcuni cittadini stranieri.

In che modo si inserisce il lavoro di mediazione interculturale e linguistica nel territorio in cui si sviluppa il progetto? Quale ruolo assume la figura del mediatore nell’ambito del progetto?
L’attività di mediazione interculturale, da tempo consolidata nei servizi di Comuni insieme (in particolare dell’Area Minori), ha riguardato anche i servizi socio sanitari dell’ASST, soprattutto Consultori familiari e UONPIA. Il progetto ha inoltre promosso occasioni di confronto e approfondimento degli aspetti culturali, a partire da esperienze concrete, tra mediatori e operatori di diversi servizi e associazioni, in particolare sulla maternità e modalità di accudimento nella prima infanzia. Ha permesso anche di consolidare e sviluppare l’esperienza del Servizio Spazio Neutro di Comuni Insieme, che nei rapporti con genitori stranieri ha utilizzato la presenza del mediatore culturale già dai primi incontri di rete con il Servizio Minori. Nella successiva presa in carico a Spazio Neutro, il mediatore è presente a tutti gli incontri previsti e ha un ruolo importante nel permettere al genitore non comunitario la comprensione del contesto, delle finalità e delle specifiche regole del servizio e nel facilitare le relazioni tra genitore-figlio e tra genitore e operatore, aiutando gli operatori a comprendere i significati culturali presenti dietro agli stili educativi e relazionali degli stessi. Operatori e mediatori hanno rivisto insieme e tradotto in diverse lingue i materiali di presentazione del servizio e il regolamento. Negli Istituti Scolastici i mediatori hanno realizzato incontri informativi e di presentazione dell’organizzazione scolastica, per gruppi di genitori delle nazionalità prevalenti, e traduzioni in lingua di avvisi e materiali informativi. In specifiche situazioni più complesse di singoli minori si sono affiancati ai colloqui tra insegnati e genitori, o sono intervenuti in collaborazione con l’insegnante nel gruppo classe.

Il Piano Regionale Lab’Impact promuove il welfare di comunità attraverso la costruzione di partnership tra soggetti pubblici e privati. Qual è il ruolo dei Comuni in questo contesto?
La partnership tra pubblico e privato ha avuto un ruolo importante, in particolare a Baranzate dove è parte della rete collaborativa l’Associazione di Promozione Sociale La Rotonda, soggetto molto attivo e rappresentativo della realtà locale. Le attività del FAMI Lab’Impact si sono integrate a quelle gestite dall’Associazione: lo sportello è collocato nel loro spazio del quartiere Gorizia dove hanno sede anche altre attività gestite dall’associazione. Le attività di confronto e approfondimento sulla prima infanzia hanno coinvolto, oltre agli operatori dei servizi pubblici, anche quelli dell’associazione. Sempre in accordo con La Rotonda è stata portata a termine l’attività di supporto alle “tutor di comunità” avviata col precedente FAMI. A Solaro il Comune, grazie alla presenza di una Consigliera Comunale con delega all’integrazione e che cura la collaborazione con le comunità straniere, ha promosso l’iniziativa “Il Mondo in un piatto” per facilitare l’incontro e lo scambio culturale tra cittadini solaresi, col supporto del progetto Lab’Impact.

Quali sono i principali punti di forza e le criticità emerse nella gestione della rete territoriale formatasi nell’ambito del progetto FAMI Lab’Impact ?
Un punto di forza della rete di progetto sono i legami collaborativi consolidati da molti anni sul territorio. Il Servizio Spazio Immigrazione ha da tempo un proprio Gruppo di Coordinamento tecnico a cui partecipano i referenti dei Comuni e dei servizi per i Minori dell’Azienda. Il progetto ha permesso di comprendere anche Consultori e NPIA, offrendo occasioni di approfondimento e confronto. Resta più difficoltoso mettere in rete gli Istituti Scolastici, che hanno l’esigenza per le proprie specificità organizzative di un confronto e programmazione mirata, e con cui si è scelto di mantenere momenti separati di raccordo. Le maggiori criticità si sono evidenziate a causa dell’emergenza sanitaria per il Covid-19, sia per la necessità di ridefinire le azioni programmate, sia per l’impossibilità di organizzare incontri di coordinamento in presenza ed attività di gruppo.

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