Progetto fami lab impact
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Pubblicato 26 gennaio 2022

20 Comuni, un progetto di integrazione

di loredana bello

Qualificare il sistema scolastico in contesti multiculturali, anche attraverso azioni di contrasto alla dispersione scolastica, e promuovere l’accesso ai servizi per l’integrazione. A questi ambiziosi obiettivi stanno lavorando i 20 Comuni della Bassa Bresciana Centrale (Alfianello, Bagnolo Mella, Bassano Bresciano, Cigole, Fiesse, Gambara, Ghedi, Gottolengo, Isorella, Leno, Manerbio, Milzano, Offlaga, Pavone del Mella, Pontevico, Pralboino, San Gervasio, Seniga, Verolanuova, Verolavecchia), riuniti nell’Azienda Territoriale per i servizi alla persona Ambito 9.

A partire dal 2019, infatti, la rete dei Comuni della Bassa Bresciana ha aderito al processo di coprogettazione di Regione Lombardia sviluppato nell'ambito del “Fondo Asilo Migrazione e Integrazione” del Ministero dell’Interno e del Piano regionale Lab'Impact (Integrazione dei Migranti con Politiche e Azioni Coprogettate sul Territorio), che ha coinvolto 35 reti territoriali, Anci Lombardia (l’Associazione dei Comuni lombardi), e Fondazione ISMU - Iniziative e Studi sulla Multietnicità. Il lavoro delle reti mira alla promozione dell’integrazione dei cittadini stranieri attraverso interventi che vanno dalla qualificazione del sistema scolastico, alla promozione dell’accesso ai servizi per l’integrazione, alla diffusione di servizio di informazione qualificata sino alla promozione della partecipazione attiva dei migranti.

“Il territorio della Bassa Bresciana Centrale è costituito da Comuni di medie e piccole dimensioni, solo quattro di questi superano i 10.000 abitanti e quasi tutti hanno più frazioni e località sparse nella pianura, un reticolo territoriale che ha come risultato un parziale isolamento delle singole micro comunità” spiega Giulia Grazioli, coordinatrice del Servizio Tutela Minori dell’Azienda Territoriale per i servizi alla persona Ambito 9. “A questo si aggiunge un dato importante: il 12,9% della popolazione è costituito da stranieri con una incidenza più significativa tra i minori: in età scolare (tra 6 e 18 anni), il 17% degli studenti è cittadino straniero; in età pre-scolare (0-5 anni), la percentuale sale al 24%. È in questo contesto che abbiamo ritenuto opportuno intervenire con un’azione di sistema al fine di promuovere servizi specifici per l’integrazione dei nostri cittadini stranieri”.

Grazie al progetto regionale Lab’Impact, i Comuni della Bassa Bresciana Centrale hanno infatti avviato servizi di mediazione culturale e laboratori all’interno degli istituti scolastici, che hanno permesso di accompagnare gli studenti stranieri nei percorsi di apprendimento e in particolare nei passaggi di grado scolastico.

“I progetti di mediazione avviati - spiega ancora Giulia Grazioli - hanno favorito una presa in carico dei migranti individualizzata, ma multidisciplinare, questo grazie all’utilizzo di risorse altamente formate sul tema. La mappatura delle realtà associative di cittadini stranieri ha permesso di informare la cittadinanza circa l’esistenza dei servizi, mentre grazie alle attività all’interno delle scuole, specie i laboratori, siamo riusciti a coinvolgere tutti gli alunni delle classi interessate. La figura del mediatore, poi, ha assunto un ruolo centrale nella valutazione delle situazioni. Il suo utilizzo, infatti, all’interno del servizio tutela minori, oltre a restituire una mediazione linguistica, offre la possibilità di conoscere le usanze e le abitudini del paese di provenienza, aspetti utili al fine di una valutazione più attenta dei singoli utenti e importanti per una reale integrazione”.

Tra i punti di forza e le criticità emerse nella gestione della rete territoriale formatasi nell’ambito del progetto FAMI Lab’Impact, la dottoressa Grazioli ha indicato la possibilità di poter contare sugli stessi attori coinvolti sui vari progetti poiché risulta “quasi automatico il flusso di informazioni e la coprogettazione, tenendo conto delle specificità di ognuno. La criticità è che, nonostante la rete sia ben consolidata, il turn over di operatori nei servizi pubblici causa talvolta un rallentamento del lavoro e la necessità di riprendere alcune questioni”.

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